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                     iu  geni  da.  parte  di  popolazioni  suificicntcmente  ampie,  sono
                     risultate  piuttosto  uniformi  ed  incapaci  di  esprimere  dal  loro
                     ~eno gli  ecotipi  più adatti  al  cambiamento  del  clima.  Possiamo
                     quindi pensare alla, vegetazione odierna  di  i\I::trettimo come ad una
                     Y(•getazion.c  cb.e  ci  riflette  hL  situazione  del  periodo  del  distacco ;
                     t ntto ciò  si  riferisce,  llrtttmdmcnte, a  quello  pa.rti  che  non banno
                     subito  tentath'i  di  co!Lura.  DoYunque  l'uomo  ha tentato di  colti-
                     YfLre,  anche se poi ha n.bbandonato il terreno a  so stesso,  si  ò ve-
                     nuta ricostituendo  una vcg<'t:tzion<',  in cui le  pianto spccia.li  ten-
                     gono  un ruolo  molto  secondario.
                         Per tutte le  rn.gioni  suddette,  ci  sembra  che  il riportare l'iso-
                     lamento  di  Marcttimo  al  Calabriano,  come  su  basi  geologiche
                     :wrebl>c  stabilito  il PA'rA,  and.l'chb<'  particolarmentr  bene per la.
                     Y<'geta.zionc  dell'isola.
                         La,  pcrsistenza  dell'Arco  TilTenico  dUJ·anto  il  Plioccne  fino
                     <.t.IP.in.izio  ùel  Quatcrnario,  consentendo  ru1  ampio  e  prolungato
                     ('Onta.tto  della,  Sicilia,  settentTiom.Llc  con  un importante lembo  del
                     Continente  suù  tirrcnico,  ci  pe1·mettc anche  di  comprendere  me-
                     glio  l('  ca l'atteristiche essenziali della  vegeta.ziono siciliana.  In  de-
                     finith·a, con tutta la sua. parte n nord del mare plioc<'nico centrale,
                     l:t  Sicilia  avrebbe fatto  parLo  intcgL·ante  di  detto continente e ne
                     a vrcbbc t'l't'ditata. la flora,  cosl <:ome  essa si  trovava costituita nel
                      Plioccn<',  con  il  retaggio  dello  viC('Hde  che  nel  c01·so  del  ~:liocene
                     avcv:tno  fa.tto  risentire  il  loro  pe~;o  sulle  diverse  pa1·ti  ùi  detta
                      rompi e~. a  tcrrn, : flora  giunta dall' Egcide,  attraverso  le  preHe  di
                     <:ontatto  fLd oriente, flora giunta, d<Ll Continente mediterraneo  occi-
                     dcntalC'  attraverso  le  preso  di  contatto  n.d  occidente,  comunanza
                      C'OH  la  flora  ca.mpana.  Diviso  dal  mare  pliocenico  dalla  Sicili::t,
                      settentrionale  cd  in connessione  con la Cil·enaica,  solo  l'estremo
                      lembo  sud della, grande isola non ba niente a  comune con il Con-
                      tinente sud tirrenico ;  c~;. o presenta infatti un tipo di vegetazione
                      del  tutto  diversa.  Ciò  s~icga  lo  peculiarità  dclPcndemismo  sici-
                      liano  e  richiama  l'osservazione  fatta  da  ORISEBACH  (187o)  che,
                      da.l  momento  che  la  maggioranza  delle  piante  endemiche  del-
                      l'Italia  si  ritrova  a  Napoli  o  in  Sicilia,  diviene  probabile  che
                      molte  di  queste  piante  si  siano  <'!>pan!'ìe  dalla  Sicilia,,  e  non  in
                      direzione inversa.
                         Come  parte  costituente  dello  stesso  Continente  sud  tilTcnico,
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